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Tatiana Begotti

Ramo di pioppo

​

Mio padre è un ramo di pioppo
di quelli che sferzano il vento 
nel grigio addensarsi di nubi 
tra scosse di lampi.
Ha un accento di sillabe lente
di rime assonanti
parole di cimbali 
un canto di fronde.
Mio padre è un ramo di pioppo
è un margine dentro l’azzurro
appiglio propizio nell’aria 
ad accogliere i nidi
dei lodolai.
Ha cerchi che ingannano il tempo
la sorte raccolta nei nodi 
fessure sul bianco.
Capitola al vezzo del vento  
con un mormorio crepitante 
e scrolla pensieri 
svolazzi di neve 
nel tiepido maggio.

 

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Critica in semiotica estetica della Poesia “Ramo di pioppo” di Tatiana Begotti

 

In sinestesia aurea e sonora, la parola della Begotti affida al pioppo la soglia di presentificazione del luogo paterno, ad eternarne la vita. Emblema di sintesi degli opposti, il populus tremula è senziente fremito di coraggio, intuizione, sublimazione del dolore, occasione di rinascita, oltre il tempo e lungo l’axis mundi, per eufonia della deità.

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