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Adriano Ruzzene

Adriano Ruzzene, Case, ricordi d'infanzia.jpg

Critica in semiotica estetica dell’Opera “Case, ricordi d'infanzia” di Adriano Ruzzene

 

L’acquerello del Ruzzene sparge ed assorbe emozioni mescendo il paesaggio esterno al paesaggio interiore. L’eterno ritorno del ricordo, riaccordo del cuore, trasmuta la caducità dell’istante passato in un tempo naturale e universale. L’artista trova l’abbraccio elementare acqueo, a rifondere alla dimensione del silenzio e del senso, nella pienezza essente che reintegra ogni cosa perduta. È il vissuto panico di continuità dell’uomo alla natura, in sinestesia dei sensi, quale grembo di rinascita.

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