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Agnese Fiocchi

Melusina

Dietro al muro di sorriso

il dubbio mi attanaglia

Paura mi frusta e orrore mi fa sua prigioniera.

Troppo perfetto, sicuro, nessuno ti vuole

Mostro.

Pece il mio cuore divenne, inghiottito dal veleno di solitudine.

Lacere cicatrici le parole ricamate

sulla pelle diafana.

Nelle lacrime dei miei sussurri, io resto

ad amarlo da lontano.

 

Critica in semiotica estetica della Poesia “Melusina” di Agnese Fiocchi

​

La parola dolente della Fiocchi celebra il valore incompreso della differenza, di fronte al sentimento di orrore dell’identità, che per affermare se stessa stoltamente nega l’alterità. Il nucleo notturno scuote la coscienza, incapace di destarsi dalla cecità dell’abitudine, che disconosce con l’esistere dell’altro, l’essere stesso, poiché solo l’alterità è il contenuto sostanziale dell’identità.

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