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Andrea Turla

Efèstie

Il ferro vive

(scintilla)

nei clangori di lama

nelle umili cucine

 

nella ferrarezza.

 

Metallo in arte,

fiamma di antiche fucine.

 

Il maglio batte

plasmando

incandescenti forme.

 

Noi siamo

il dono del fuoco,

crucibolo della creazione,

eredi di un dio deforme.

Critica in semiotica estetica della Poesia “Efèstie” di Andrea Turla

 

La parola ctonia del Turla celebra Efesto ed invita ad un descensus ad inferos per reintegrare ogni opposizione dell’io all’altro da sé della propria Ombra. Il cammino individuativo principia dall’inconscio, dall’Abgrund dell’indistinzione, ove ogni forma rinasce dalla volontà propria dell’homo faber, che si ricrea dal grembo di un unico essere.

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