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GALLERIA DI OPERE IN POESIA E ARTE CONTEMPORANEA
con Critiche in Semiotica Estetica di Fulvia Minetti
Angelo Mastria
Critica in semiotica estetica dell’Opera “Mimesi” di Angelo Mastria
La rappresentazione artistica del Mastria è movimento della conoscenza, che intaglia un riconoscimento, poiché l’uomo è la coscienza in divenire di un medesimo ricordo inconscio originario. Il presente è il transito di una mimesi, di una ripetizione analogica formale: nelle maschere la presenza si imita e si rimanda nell’assenza. Il corpo rapace della coscienza umana è azione di figure sfogliate: la vita accade nel ritmo figurale e la ripetizione è forma di un riapparire. Così la sostanza si dispiega in un luogo molteplice di variazioni, perché la vita si iscrive nel teatro trascendentale della rappresentazione, nell’esibizione figurata in forma.
Critica in semiotica estetica dell’Opera “Reverse” di Angelo Mastria
L’opera serigrafica del Mastria imprime la geometria delle forme naturali, in qualità d’alfabeto della lingua dell’universo, fra pieni e vuoti, alla ricerca del superamento dialettico nella sintesi degli opposti, ad accogliere nei due sensi il movimento, di sviluppo e d’avviluppo, del molteplice nell’unità armonica della vita. La fillotassi partecipa dell’archetipo della sezione aurea, della linea curva elicoidale del codice genetico, del rapporto proporzionale fra la parte e il tutto, del moto di bellezza, che sospinge alla luce sapienziale e divina. L’intuizione dell’artista mira oltre la forma cosciente, a rinascere in eterno ritorno.
Critica in semiotica estetica dell’Opera “Fiore Euclideo” di Angelo Mastria
I lignei intagli assemblati del Mastria compongono e scompongono forme geometriche in qualità di caratteri della lingua dell’universo, alla ricerca del fiore euclideo. È la sintesi oppositiva dell’intatto tangere di un’astrazione concreta, a contenere la molteplicità dell’unità armonica della vita. Simbolo di perfezione della natura, emerge alla sezione aurea di una proporzione divina, che si manifesta in un terzo sguardo, occhio pineale, rapace di un’intuizione che mira oltre la forma, a superare i contenuti della coscienza.