Antonella Rizzo

Critica in semiotica estetica dell’Opera “Ciò che rimane” di Antonella Rizzo
La bellezza dell’inorganico, agli occhi della Rizzo, racconta della provenienza e della destinazione.
Eppure la terra dell’artista non è luogo di morte, ma grembo sempiterno della rigenerazione in forma nuova. Le parole, foglie del nostro tendere al significato, come al sole del cosciente, vivono e poi cadono, in abbraccio d’accoglienza, per “rimanere” all’essere: per rinascere, come le identità, in nuova figura
alla verità inarrestabile della vita tutta.