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Antonietta Natalizio

Viaggio tra i sassi

Scorrono parole fatte di silenzi.

Canali intrecciati, barre di ghiaia.

Isole di cristallo.

La mappa del tempo si presenta.

 

  Sponde, argini, secche,

scorre scolpito

il mosaico della vita

nel letto di ghiaia.

 

Il verdeggiante fogliame,

la pioggia batte sulle foglie

la chioma evocativa…

racconta la vita che si rincorre

scambia il passato col presente.

  Emozioni identitarie.

 

Pietre e sassi

tracciano le orme,

nel viaggio avventuroso

tra l’acqua limacciosa.

 

Sculture vulcaniche,

sculture erosive

come gli anni scorrono lontano.

  Altro mondo.

 

Sguardo incantato tra rocce bianche

e pergolati di cascate spumeggianti,

nell’acqua sorgiva la vita che respira.

 

Occhi immersi nel turchese fondale,

tra i ciottoli colorati e scalfiti dal tempo,

scorre abbondante la vita

tra la fredda brezza

  e l’acqua marina.

​
 

Critica in semiotica estetica della Poesia “Viaggio tra i sassi” di Antonietta Natalizio

 

Iconica e frammentata, la parola della Natalizio cerca l’umana visione dedalica del tempo della vita, nel divenire molteplice e multiforme dello scorrere fluviale, nell’essere fermo delle pietre, nel luogo mediano, fra il vento della coscienza e il mare dell’inconscio.

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