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GALLERIA DI OPERE IN POESIA E ARTE CONTEMPORANEA
con Critiche in Semiotica Estetica di Fulvia Minetti
Antonietta Nori
Verso il tuo confine
Ti ha portato a me l'ebbrezza del mare.
Quanti anni dovrà durare la dolceamara intesa
di due sguardi che si cercano nel vento.
Quante voci giungeranno mute e perpetue al tuo candore
Quanti voli dovrò spiccare per catturare il tuo cielo
Se io avessi una leggenda
Scriverei che questo tempo ci appartiene da sempre.
Ma il tempo ci dona, e poi
Saccheggia il nostro domani.
Dimmi tu, che sei nell'aria e nel mio naufragio,
Vuoi che il mio scoglio ti accolga,
O vuoi approdare verso il tuo continente?
Morire è niente, il perderti è tutto...
Critica in Semiotica Estetica della Poesia “Verso il tuo confine” di Antonietta Nori
Delicato ed epistolare, il verso della Nori s’innatura alle forze elementari dell’aria, dell’acqua, del fuoco e della terra; non teme la morte del principio individuationis, semplice soglia per un nuovo essere trasfigurato in abbraccio al mondo, perché il desiderio individuale si alimenti e si risolva in una catarsi cosmogonica. Il rituale ontico apre, oltre lo spazio e il tempo, i confini delle cose, per ricucire con amore ogni distanza e differenza.
Sensazioni dell'anima
La spiaggia del tuo silenzio
rotta dal rumore dei bianchi marosi
violenti abbracci alla roccia
sconvolta dal furore dei flutti
Il sole trafiggeva il cielo di nubi
in un avvolgente calore
colmo di emozioni, di addii e ritorni
Velieri del sogno solcavano il mare
elevando estenuanti onde d’amore.
Il cielo vinceva la tempesta
l’azzurro avanzava sicuro
sulle rocce piangenti
scaturendo lacrime di sole
I velieri di ieri diventavano candide vele
I gabbiani cantavano inni di gioia
disegnando con candide ali
arabeschi disegni nell’aria dorata
E nella spiaggia del tuo silenzio
si levava alta una preghiera.
Critica in semiotica estetica della Poesia “Sensazioni dell'anima” di Antonietta Nori
La sublimante parola della Nori eleva la coappartenenza materiale dell’uomo al mondo di una trascendenza spirituale. La poetessa accompagna in un processo alchemico, dalla disgregazione sabbiosa della coscienza in nigredo all’inconscietà della profondità marina abissale, per una reintegrazione degli opposti nell’athanòr dell’amore. Il sentimento riemerge all’albedo sorgente di una nuova coscienza, a superare la finitudine di rotte prospettive nell’aurea visione melodica di una conoscenza essente, a trovare il volo che solleva l’orizzonte all’oggetto divino.