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Asia Bacchilega

Ellade

Tra i monti dell’Ellade
Riemerge un ricordo
Antico di pace.
Pace dello spirito
Spossato dopo secoli
Di guerre, popoli e cambiamenti.

Chi è lo straniero qui?
Chi non ha almeno
Un pezzo di anima
Radicato in questa terra?

Chiamati bestia
Se bestia vuol dire
Sentirsi parte di queste greggi.
Chiamati fibra
Se fibra vuol dire
Essere parte di questi ulivi.

Cos’altro siamo
In fondo
Se non bestie
E fibre
Che si districano
Nel tempo,
Che si arrampicano
Sui secoli
Per scoprire
Che il segreto
Di ogni bellezza
È la voce
Della natura.

Critica in semiotica estetica della Poesia “Ellade” di Asia Bacchilega

 

Dialettica ed esortante, la parola della Bacchilega accoglie abbracciante le forme del vivere in una provenienza e in una destinazione comune e universale, che dà bellezza, senso e valore all’esistenza. La presunzione dei saperi relativi e la vacuità delle opposizioni e dei conflitti sono invitati a tornare ad un sostrato di verità essente, che si trova lungo una memoria inconscia ed ontofilogenetica di continuità alla natura.

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