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Asmila H. Beganovic

Il segreto dell’inverno

 

Ruberò al tempo questa notte per me
nevosa e bianca come l'innocenza
mentre altri sarti stanno cucendo tutt'altro tempo
mentre altri sarti seminano un altro seme
ruberò a tutti la magia per me stessa.

Il tempo è costoso, più costoso dei gioielli
allo stesso ritmo, cammina senza un vecchio bastone
allo stesso ritmo danza nella sua solitudine
mentre alcuni sarti stanno tagliando i tempi degli altri,
povere anime in loro potere.

Puliti dei fiocchi di neve come anime infantili
dondolano in silenzio tenendosi per mano
mentre alcuni sarti creano un tempo strano       
mentre alcuni sarti non sanno del tormento
ruberò loro la magia per me stessa.

 

Due palme calde alzerò verso il cielo

per cogliere speranze, desideri e dolori

per covare il nido della ragione pura
per covare il nido dell'amore vero
troverò la strada per la sorgente chiara.

Mentre trasporterò la magia con la mia vita appassionata,
saprà già parlarmi
con il suo gorgoglio chiaro e forte
lungo la strada bianca verso il fiume
da dove potrà scorrere in avanti…

 

 

Tajna jedne zime

 

Ukrascu vremenu ovu noc za sebe

snijeznu i bijelu poput nevinosti

dok neki krojaci kroje drugo vrijeme

dok neki krojaci siju drugo sjeme

Ukrascu svima magiju za sebe.

 

Vrijeme je skupo, skuplje od dragulja

istim tempom hodi bez starackog stapa

istim tempom plese u svojoj samoci

dok neki krojaci kroje drugo vrijeme,

siromasne duse u svojoj nemoci.

 

Pahulje ciste poput djecije duse

njisu se tiho, hvataju za ruke

dok neki krojaci prave cudno vrijeme

dok neki krojaci ne znaju za muke

Ukrascu njima magiju za sebe.

 

Dva vrela dlana pruzicu ka nebu

hvatati nade, zelje i sve boli

da spletem gnijezdo razuma cistog

da spletem gnijezdo ljubavi prave

naci cu put do potoka bistrog.

 

Noseci magiju zivotom strasnim

vec ce on znati i dalje reci

zuborom svojim jasnim i glasnim

kroz pute bijele kako do rijeke

kroz pute bijele kuda dalje teci...

Critica in semiotica estetica della Poesia “Il segreto dell'inverno” di Asmila H. Beganovic

La parola lenta e dondolante della Beganovic culla la danza legata e labirintica dei fiocchi di neve, nel movimento che approssima, ritualmente, gli sguardi danzanti intorno al centro invisibile, del tempo fermo e della verità assoluta del sentimento, luoghi dell’arte. È un processo apotropaico, che esorcizza la paura inconscia della finitudine e dona, ancora, una vittoria della vita sulla morte e, sebbene il momento dello scacco sia ineludibile, il tempo corrente è così ora abitato da una “innocenza”, avvalorato dal senso profondo e imperituro della vita.

LORO ERANO QUI

Un giorno ti fermerai da qualche parte.
e tutto ti sembrerà così vicino e familiare.
Alzerai la testa al cielo,
guarderai un film proiettato dalle nuvole,
figure diverse, a te così familiari.
Sentirai il suono dell'acqua accanto a te
come cantasse per te canzoni famose,
ma che tu non puoi ricordare.
E sentirai come le foglie ti sussurrassero all’orecchio
tutti i segreti del passato,
che tanto tempo fa in quei luoghi venivano raccontati.
E poi, qualcosa ti colpirà, come un fulmine
e farà sì che uno strano brivido percorra il tuo corpo tremante.
Sì, erano qui.
E in pochi secondi tutto è cambiato e svanito.
Pensavi che i tuoi cari sarebbero stati qui per sempre,
come se fosse qualcosa di molto normale, come il fatto che respiri
o sai che il sole sorgerà domani, anche se non lo vedi.
Erano qui.
Persone care, che sono state tutto il tuo mondo.
E all'improvviso ti rendi conto che dopotutto niente è più lo stesso.
Che c’è un enorme vuoto lasciato da qualche parte dentro di te -
Ti mancano!
E che, qualunque cosa tu creda, niente può colmare quell’abisso.
Ti mancano...
E che il mondo intero ha cambiato i suoi colori e la sua immagine.
E che hai cambiato te stesso.
E la tristezza o il dolore non ti hanno cambiato molto,
il che è molto peggio del dolore e della sofferenza -
Ti mancano!
Scomparsi per sempre, e nostalgia eterna per tutto ciò che era.
Ti dispiace per te stesso e per quello che eri, mentre i tuoi cari erano al tuo fianco.
E loro, loro dopotutto sono qui!

 

 


ONI SU BILI TU

Jednoga dana samo cete negdje zastati.
I bice vam sve tako blisko i poznato.
Dignutih glava ka nebu,
gledacete film, sto vam oblaci sa neba salju,
raznolike figure, vama tako poznate.
Slusacete zubor vode pored sebe
kako vam pjeva poznate pjesme
ali ih se ne mozete sjetiti.
I kako vam lisce na uho sapuce
sve tajne proslih vremena,
davno pricane na tim mjestima.
A onda, onda vas nesto pogodi, kao munja
i prostruji neka cudna jeza drhtavim vam tijelom.
Da, oni su bili tu.
I u par sekundi sve se promijenilo i nestalo.
Mislili ste da ce vasi najvoljeniji zauvijek biti tu,
kao nesto najnormalnije, kao sto disete
ili znate da ce i sutra sunce izaci, cak iako ga ne vidite.
Oni su bili tu.
Voljeni, koji su bili sav vas svijet.
I odjednom shvatite da ipak nista isto nije.
Da je ostala ogromna praznina negdje duboko u vama-
Nedostajanje!
I u sta god da vjerujete, nista ne moze ispuniti taj ponor.
Nedostajanje...
I da je cijeli svijet promijenio svoje boje i sliku.
I da ste se sami promijenili.
I nije vas tuga ili bol tako promijenila,
nego mnogo gore od tuge i bola-
Nedostajanje!
Zauvijek nedostajanje, i vjecna nostalgija za svim sto je bilo.
Zal za vama samima i onom sto ste vi bili, dok su voljeni bili pored vas.
A oni, oni su ipak tu!

 

Critica in semiotica estetica della Poesia “Loro erano qui” di Asmila H. Beganovic

Dolente e rivolta, la parola della Beganovic vive la dimensione profondamente relazionale dell’uomo, la cui sostanza stessa è costitutivamente demandata all’alterità. L’uomo è pienezza originaria e mancanza ad essere, desiderio di desiderio, che si realizza in un’appartenenza affettiva consustanziale. Il lutto della poetessa rinnova il trauma della nascita, tuttavia la potenza configurante della sinestesia dei sensi redime dalla morte lacerante: l’assenza è vinta nella viva presentificazione trasfigurante. Il dolore si affida all’ambiente naturale, nel dolce e panico abbraccio di un vissuto universale, a sciogliere il tempo lineare, a riaprire i confini identitari all’anima del mondo, che serba il senso e il valore della vita, in esaudita risposta alla domanda d’amore.

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