top of page

Carmelo Cossa

A te vita mia

Ti conoscevo appena

ma percepivo già l’odore

che mi avrebbe portato

oltre il desiderio di averti.

Avrei voluto baciarti

ma carezzavo con gli occhi

il tuo volto e la rete

che la tua mente elevava

per separarmi dal tuo confine.

Ma la tessevi intorno a me

con la tua voce che

invocava amore e,

all’eco delle tue parole,

allargai le braccia e dissi:

vieni, vita da vivere.

Voglio entrare nel tuo cuore

sconfinare nel tuo sguardo

bere il mondo dalla tua bocca

varcare il confine del tuo cielo e,

mentre l’immenso accade,

annegare nell’abisso del tuo mare

in cui c’incontreremo

fra il confine dei cuori

e quello del piacere.

Critica in semiotica estetica della Poesia “A te vita mia” di Carmelo Cossa

 

Il verso semplice e diretto del Cossa, del tutto spoglio di orpelli, in una fresca immediatezza sincera, esprime il valore dell’essenzialità e lascia trasparire limpida la volontà forte e la chiarezza del poeta. La dimensione del possesso materiale, i confini delle cose, le definizioni, sono tutti vinti dalla romantica ricerca dell’infinito attraverso le forze scatenanti, trascinanti e irruente dell’amore, che spingono, in sinestesia dei sensi, all’oltre del sé, nei luoghi dell’altro e del mondo. È ingresso alla vita instante ed eterna, d’unità, d’inconscio e di piacere, che soggiace e dà senso all’apparenza.

bottom of page