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Chiara Zanini

Tu

C’è in te un misto

Di candore e d’inferno

Potrebbe, chi ti tocca

 

Vederti diseguale

Sui gradini dell’io

E tuttavia imbrigliarsi

 

Nel paradosso di te

Scambiando i colori

Che alternando vai

 

Fra un estremo

e il suo opposto

Fra te e un altro

 

Che dappresso ti sta

E sorride beffardo

All’inganno continuo

 

Che ci avvolge e trascina

Credendo io, di saperti

E tu, di mostrarti

Critica in semiotica estetica della Poesia “Tu” di Chiara Zanini

 

Rivelatrice è la poesia della Zanini, verso la dimensione di un’alterità, come essere, in qualità di sintesi di opposti, fra tutti i sensi unicamente offerta al tatto, prenatale indifferenziazione irriflessa; alla vista subito perduta, in altra identità moltiplicata e dislocata in sfumature fenomeniche transitanti, transitorie. Ricondotta la differenza alla casa del paradosso, oltre dell’opinione, verso il nucleo dello straordinario, potenza dionisiaca-equina pulsionale, si “imbriglia” l’universale condiviso nel senso. L’ironia, simulazione e dissimulazione, configura la Zanini quale unica dialettica dell’umano, fra identità e differenza, nel teatro trascendentale del sapere, per un essere costantemente in errore e in desiderio di completamento.

Intrecciarsi

Che il senso

della bellezza

della poesia il suono

 

Intrecciandosi

vadano danzando

intorno a noi

 

Che l’ondeggiare lento

della risacca

dove scontento

 

Tocca la riva

porti conchiglie

d’eterno stupore

 

Che tutto

nello splendore

dell’universo

 

Faccia luce

come stella nova

al misterioso intreccio

 

Che il tempo

compagno segreto

di silenzi e passioni

Intorno ci sfiori

leggero

e leggeri siano

 

I venti contrari

lasciando

le nostre mani

 

Intrecciate

sempre,

l’assoluto cercando

Critica in semiotica estetica della poesia “Intrecciarsi” di Chiara Zanini

 

In punta di dita la Zanini solleva le cosmiche forze elementari e in un segreto chiasmo di bellezza dei movimenti danzanti sa trovare l’essere del tempo, che sinestesicamente abbraccia carezzevolmente al senso. In delicatissima eco sonora, l’assoluto della Zanini si espande, della qualità di un respiro unico che cresce la finitudine e fonde misteriosamente al tutto. Non nell’uno è l’assoluto; si tocca toccante nello spazio fra gli incontri, della sostanza della mancanza e del desiderio, del delicato ricamo aereo duale infinito dei sentire, del suono inudibile della meraviglia.

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