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GALLERIA DI OPERE IN POESIA E ARTE CONTEMPORANEA
con Critiche in Semiotica Estetica di Fulvia Minetti
Chiara Zanini
Tu
C’è in te un misto
Di candore e d’inferno
Potrebbe, chi ti tocca
Vederti diseguale
Sui gradini dell’io
E tuttavia imbrigliarsi
Nel paradosso di te
Scambiando i colori
Che alternando vai
Fra un estremo
e il suo opposto
Fra te e un altro
Che dappresso ti sta
E sorride beffardo
All’inganno continuo
Che ci avvolge e trascina
Credendo io, di saperti
E tu, di mostrarti
Critica in semiotica estetica della Poesia “Tu” di Chiara Zanini
Rivelatrice è la poesia della Zanini, verso la dimensione di un’alterità, come essere, in qualità di sintesi di opposti, fra tutti i sensi unicamente offerta al tatto, prenatale indifferenziazione irriflessa; alla vista subito perduta, in altra identità moltiplicata e dislocata in sfumature fenomeniche transitanti, transitorie. Ricondotta la differenza alla casa del paradosso, oltre dell’opinione, verso il nucleo dello straordinario, potenza dionisiaca-equina pulsionale, si “imbriglia” l’universale condiviso nel senso. L’ironia, simulazione e dissimulazione, configura la Zanini quale unica dialettica dell’umano, fra identità e differenza, nel teatro trascendentale del sapere, per un essere costantemente in errore e in desiderio di completamento.
Intrecciarsi
Che il senso
della bellezza
della poesia il suono
Intrecciandosi
vadano danzando
intorno a noi
Che l’ondeggiare lento
della risacca
dove scontento
Tocca la riva
porti conchiglie
d’eterno stupore
Che tutto
nello splendore
dell’universo
Faccia luce
come stella nova
al misterioso intreccio
Che il tempo
compagno segreto
di silenzi e passioni
Intorno ci sfiori
leggero
e leggeri siano
I venti contrari
lasciando
le nostre mani
Intrecciate
sempre,
l’assoluto cercando
Critica in semiotica estetica della poesia “Intrecciarsi” di Chiara Zanini
In punta di dita la Zanini solleva le cosmiche forze elementari e in un segreto chiasmo di bellezza dei movimenti danzanti sa trovare l’essere del tempo, che sinestesicamente abbraccia carezzevolmente al senso. In delicatissima eco sonora, l’assoluto della Zanini si espande, della qualità di un respiro unico che cresce la finitudine e fonde misteriosamente al tutto. Non nell’uno è l’assoluto; si tocca toccante nello spazio fra gli incontri, della sostanza della mancanza e del desiderio, del delicato ricamo aereo duale infinito dei sentire, del suono inudibile della meraviglia.