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GALLERIA DI OPERE IN POESIA E ARTE CONTEMPORANEA
con Critiche in Semiotica Estetica di Fulvia Minetti
Claudia Muntean
Mistero dell'Albero Immortale
Un albero incantato vive in lontanissimi orizzonti,
Dicono di lui che sia immortale.
Che le sue foglie si trasformino in affascinanti uccelli,
che turbano con il loro cantico il sonno delle stelle.
Arcaico è il canto che nella notte inonda l’aria,
sommergendo la terra in un sonno morbido, profondo,
tempo in cui il mistero completamente scoperto si lascia,
unendo in un fiato e terra e cielo.
E le stelle sono adesso ninfee, ed i sassi pianeti sono
che nessuno potrebbe mai distinguere con l’occhio nudo…
Ed i fiumi serpenti sono, e la luna ineguagliabile si perde pian piano
nelle sabbie, che una volta vento furono.
Senza dubbi il canto disperderà la tua ombra,
per comprendere il mistero del giuramento fatto anni or sono -
Immortale sei anche te, predestinato a cambiare perpetuamente la tua forma,
e di ricordarti quelle vecchie solamente nel sogno.
Taina Arborelui Nemuritor
Un arbore vrăjit trăieÅŸte-n zări îndepărtate,
Se spune despre el c-ar fi nemuritor.
Că ale sale frunze se preschimbă-n păsări ravisante,
ce tulbură cu al lor cântec somnul stelelor.
Arhaic e cântul ce-n noapte se revarsă,
cufundând tărâmul într-un somn moale, adânc,
timp în care taina cu totul descoperită se lasă,
unind într-o suflare ÅŸi cer ÅŸi pământ.
Şi stelele-s acum lotuși, şi pietrele-s planete
ce n-ar putea fi zărite cu-ochiul liber nicicând…
Åži râurile-s ÅŸerpi, iar luna cea făr’ de pereche,
se pierde-ncet în nisipuri, ce-au fost cândva vânt.
NegreÅŸit cântul îÅ£i va risipi umbra,
pentru a-nÅ£elege taina din legământ demult scris -
Nemuritor eşti şi tu, sortit să-ţi schimbi mereu forma,
È™i să Å£i le reaminteÈ™ti pe cele vechi doar în vis.
Critica in semiotica estetica della Poesia “Mistero dell’Albero Immortale” di Claudia Muntean
Accarezza lento il poetare della Muntean, fra un dondolante e un melodico, che culla e che incanta nella onirica meraviglia della conoscenza nella metamorfosi della forma, che muta e che disperde, fino all’abbraccio animistico della vita umana alla vita dell’universo. La poetessa bilancia la dimensione poetica alla dimensione narrante, trascinando in una “Favola d’amore” che, in un anelito continuo di vita e lungo il filo di una memoria inconscia e archetipica, sposa gli opposti e abbraccia l’essenza diveniente dell’essere nell’incontro delle cose.
Sulla Memoria
Dei della rimembranza,
alla ricerca delle vecchie ancore di sicurezza,
mi avete spinta sempre a guardare
all’essenza più nera della notte,
infinitamente ricolma delle storie
di tutti i popoli passati e futuri.
Mi avete detto un giorno che
la Tenebra stessa si è staccata,
a sua volta, da un’altra essenza,
brillante, solare,
da cui sorgono instancabili nuovi e nuovi mondi.
E tuttavia in ritardo mi avete insegnato ad ascoltare
i sacri canti delle Serpi d’Oro.
Grazie a loro, noi terrestri,
siamo diventati adoratori del Sole
nascosto nel cuore della notte,
e ora… siamo pronti
a ricordare
il passato e il presente allo stesso tempo.
Despre Memorie
Zei ai readucerii-aminte,
în căutarea vechilor ancore de siguranță,
m-aÈ›i îndemnat mereu să privesc înspre
miezul cel negru al nopții,
înÈ›esat la nesfârÈ™it de poveÈ™tile
tuturor popoarelor trecute și viitoare.
Mi-aÈ›i spus cândva că
însuÈ™i Întunericul e desprins,
la rândul său, dintr-un alt miez,
unul strălucitor, solar,
din care răsar neobosit, noi și noi lumi.
Târziu m-aÈ›i învățat să ascult însă
cânturile sacre ale Șerpilor de Aur.
Grazie lor, noi, pământenii
am devenit adoratori ai Soarelui
ascuns în inima nopÈ›ii,
iar acum… suntem pregătiÈ›i
să ne amintim
trecutul È™i viitorul în acelaÈ™i timp.
Critica in semiotica estetica della Poesia “Sulla Memoria” di Claudia Muntean
La parola narrante e simbolica della Muntean celebra la memoria dell’ontogenesi, che serba il mythos della lacerazione originaria, per cui l’uno divenne due e l’ombra fu rimossa. Da allora l’uomo è mancanza e tensione lungo una teleologia del Sé, all'esigenza individuativa dell’inconscio e della coscienza, in una superiore unità di senso. L’immagine archetipica della serpe d’oro è unus mundus, mandala cosmico, ove dei e uomini, luce e tenebra, sono il medesimo: è eterno ritorno (immer wieder) il rituale dell’essere che abita il divenire.
Sul Destino
Mi porti
da un ventre all’altro,
dal vecchio sogno, in un nuovo canto.
Dalle terre dell’Ade
verso una piroga di silenzio
e ancora oltre…
Dentro un suono di ventre,
quali astri darà alla luce
e dei a tessere
insieme a noi
le storie del mondo, le storie sacre,
per molto taciute, quasi dimenticate
oppure…
solo pronunciate in un sussurro
che quieto passa
da un sogno all’altro.
Despre Destin
Mă porți...
Dintr-un pântec în altul,
din vechiul vis, într-un cânt nou.
Dinspre tărâmurile lui Hades
înspre o luntre a tăcerii
și mai apoi...
Într-un sunet de pântec,
ce aștri va naște
și zei ce vor țese
odată cu noi
poveștile lumii, poveștile sacre,
de mult nerostite, aproape uitate
sau... doar spuse-n șoapta
ce domol trece
dintr-un vis în altul.
Critica in semiotica estetica della Poesia “Sul destino” di Claudia Muntean
La parola celebrante della Muntean inneggia al grembo della mitologia, che fonda l’esistenza umana e la destina. Il mitologema è archetipo, uno schema immaginativo sostanziato di corpo, un’origine protomentale, un paradigma ontico, un patrimonio mai trafugabile di memorie collettive inconsce, che accomunano il genere umano. La vita è corrente ripetizione, incessante rinascita da un senso primo, un fiume di immagini senza fine dello stesso abbraccio gestante e indicibile, inspiegabile. Unica facoltà dell’uomo è l’ascolto, il “sogno” e il “sussurro”, perché occorre lasciar parlare i mitologemi stessi, senza conoscere, ma lasciandosi conoscere dall’antica sapienza. Siamo trasfigurazione mitica: il mito è il modo di avere un mondo o di essere al mondo.