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Alessio Germano

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Critica in semiotica estetica dell’Opera “Pulp” di Alessio Germano

 

Le precipitazioni acriliche del Germano catturano la visione intima più profonda della materia: il movimento dell’energia, che sottende la risultante della forma apparente. La materia, se presa un istante prima della formazione o se colta un istante dopo il presente della coscienza, disfatta fra i sensi, è essenza, azione, relazione, resistenza e attraversamento di luce. Allora la massima espressione della materia è alla trasmutazione alchemica nella catarsi iridata della cauda pavonis, che della realtà apre il dono antiprospettico della totalità dei punti di vista.

Alessio Germano, Automa.jpg

Critica in semiotica estetica dell’Opera “Automa” di Alessio Germano

 

La matematizzazione figurale del Germano è un monito contro la disumanizzazione dei tempi moderni, quando la formazione si riduce ad informazione, a descrivere un movimento senza senso, senza memoria, senza il desiderio di una finalità unitaria, armonica e comprensiva. La specializzazione dei saperi incrementa la potenza quantificante, che riduce il significato ad efficienza performativa, dimenticando la responsabilità etica di una prospettiva filosofica sulle modificazioni di coscienza, che apportano le azioni nei contesti. La coercizione di una scrittura matematica della pienezza inscindibile e identitaria della qualità fa del corpo l’automa di una quantificazione misurativa: il meccanismo sommatorio e analitico si sostituisce al movimento sintetico della comprensione, a causa di un’insensata brama previsionale di controllo sulla vita. 

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