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Mistero dell'Albero Immortale

Corrado Caso

Passaggi perduti

 

Cosa dirai alle stelle che ancora 
ti cercano al mio fianco 
se venne meno l’amore 
e non esiste traccia della tua presenza 
o ricordo dei nostri incontri? 
Quell’orizzonte dove cadono 
all’imbrunire gli angeli e la notte 
disegna il velo del suo apparire 
non ci ritrova come spettatori incantati. 
Quanto diversi i tempi 
dai tuoi vestiti di stoffa leggera 
di poco costo ritagliati sui fianchi perfetti. 
Allora aprivo inconsapevole 
a tua insaputa la strada alla solitudine 
scoprendo un passaggio che 
mai potrò raccontarti 
perché senza attese. 
Ognuno restituì i ricordi 
come prezzo da pagare
per esplorare spazi presenti 
recondite paure in un tempo maturo.

 

​

Critica in semiotica estetica della Poesia “Passaggi perduti” di Corrado Caso

 

La parola dolente del Caso s’interroga sull’amore perduto, sui passaggi dalla mancanza costitutiva alla pienezza ineffabile della sintesi unitaria, ancora attesa dalla natura, investita essa stessa di quella proiezione infinita dell’indistinzione amante. E la rinuncia alla coscienza della memoria diviene ingestito timore del presente.

Parlami di te

I tuoi occhi parlano
del tempo finito
C’è odore di cannella.
La stanza ha le imposte socchiuse
attraversate da fili di luce.
Un velo di polvere bianca sospesa 
vaga leggera come neve 
si posa sui tuoi capelli
sulle braccia stanche.
Mi aspetti per parlarmi
della tua debolezza, la solitudine.
Ausculterò il tuo cuore
ti dirò che sei bella.
Ancora una volta mi mostrerai
il tuo volto di giovinetta
in una piccola foto
una madreperla in cornice antica. 
Mi impossesserò del tuo passato 
sarò nel tuo presente
leggerò nel palmo della tua mano il futuro
sono il tuo medico di famiglia.

Critica in semiotica estetica della Poesia “Parlami di te” di Corrado Caso

 

La parola semplice e profonda del Caso rivela che non c’è il curare senza l’aver cura, poiché la vita non fiorisce senza il terreno maieutico dell’ascolto e dell’accoglienza. La visita è ordinaria e straordinaria al contempo, a rendere visibile l’invisibile, a valorizzare la sacertà preziosa della persona, in un appello etico e in un dono di senso, di riconoscimento, di riconoscenza.

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