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Daniela Basti

Ha un suono differente oggi il respiro

Ha un suono differente oggi il respiro

del vento mentre batte alle finestre,

sembra mi chiami per un altro giro

di giostra in mezzo a un prato di ginestre.

 

Sembra che mi trascini in un sospiro

di occhi sospesi sopra nuove lestre

e ancora mi sospinga allo zaffiro

che all’orizzonte brilla di altre orchestre.

 

Ma il campo è qui, denso di canti e spine,

di lattonzoli in cerca di una ghianda,

di virgulti e di sterpi senza fine.

 

E non ha fine questa scorribanda

alla ricerca di un pianeta affine,

per ritornare a un’unica domanda.

Critica in semiotica estetica della Poesia “Ha un suono differente oggi il respiro” di Daniela Basti

 

La parola musicale della Basti cerca un nuovo abbraccio del lògos, all’unico respiro del sensibile.

Il respiro è continuum, è estensione ed apertura, memoria della realtà aerea della nascita:

primaria domanda di sé, perché sia in ogni istante accorsa da una risposta di rispecchiamento al mondo.

L’uomo è dialogo: plasmato dal protolinguaggio emozionale materno del grembo,

vive entro il primario movimento della contrazione ed estensione.

Il prendere e dare è lo scambio che conferma l’esistere, nell’atto del levarsi, fuori da sé e verso l’altro,

per il riconoscimento, per il compiacimento infinito, attraverso una filogenesi,

che ricapitola un’ontogenesi. Il divenire è molteplice;

ma la domanda, il senso, che vive fra soggetto e oggetto, è unico essere.

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