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Daniele Giovanni Baccaro

Un epitaffio

In un calice mi specchio, uccidendomi
col riflesso di un io raggelato,
immobile posso solo immergermi
nel risorgere di una stagione.
Penso, sul campo morente, alle fortezze
ove la luce ancora scaldava i volti
ed un cuscino su cui posare un corpo stanco
era più grande festa, e consacrata
dalla fede, il fiore esaudito e perenne.

 

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Critica in semiotica estetica della Poesia “Un epitaffio” di Daniele Giovanni Baccaro

 

La parola ermetica e profondamente ironica del Baccaro dibatte l’ultimo postremo istante del vivere fra le dimensioni di finitudine e d’infinito. La dualità della riflessione, condizione estranea di verità in errore, giunge tuttavia al luogo irriflesso e precategoriale, al raccoglimento unitario del senso che supera il sacrificio del tempo lineare, per il tempo circolare di perpetuazione naturale.

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