​
GALLERIA DI OPERE IN POESIA E ARTE CONTEMPORANEA
con Critiche in Semiotica Estetica di Fulvia Minetti
Danilo Castrechini
La mia giacca di vita che indosso sovente
Ho cucite nella mente
Le voci di seta di brillanti stelle
La mia giacca di vita che indosso sovente
Per le vie del mondo vago cantando
Col passo sicuro e lo sguardo infuocato
Mi urlino contro i passanti che scorrono
Che lo facciano pure! Se aiuta!
Sfiderò la loro vita arrogante
Le mie parole stupiranno la loro lingua brigante
Forse è la voglia di vivere tutto
O forse è solo voler bruciare l'amore
Ma vi dono ogni mio verso
Dolce o appuntito come più preferite
Lasciatemi solo i vostri migliori sorrisi
Ricopriteli di un caldo sapore di buono
Li cucirò nella mente per portarli oltre il tempo
Sulla mia giacca di vita che indosso sovente
Critica in semiotica estetica della Poesia “La mia giacca di vita che indosso sovente” di Danilo Castrechini
La meravigliante parola poetica del Castrechini configura nella sinestesia immaginativa dei sensi il luogo stesso dell’essere, il supporto permanente del divenire della vita che rifonde, oltre le dimensioni spaziali e temporali ed ogni declinabilità del dire, il corpo vivente di verità. Il corpo umano è orientato al luogo da cui tutto proviene e a cui tutto ritorna, al sostrato che transita i significati, che lega i sorrisi alle stelle.