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Darkpa Samar

Un giorno nel mondo

Quel giorno

sarò il padrone del tempo.

La gente, con calici di vino,

brinderà celebrando la mia morte.

Conserverò dentro il cuore

quel paio d’occhi imploranti

davanti a Buddha.

Lascerò andare il mio corpo,

lo lascerò andare con calma.

Mi leccherò le ferite;

niente più emorragie, infezioni, fratture.

Gli anni precipiteranno,

la giovinezza sarà scalfita,

invidia e bellezza, come spade affilate,

mi trafiggeranno.

Scioglierò dentro l’anima

la mia vita, la tua vita.

Non sarò più un corpo reincarnato,

sarò longevo come Buddha.

Nella mia prossima vita

voglio solo piantare alberi.

Dirigerò i passi

di una coreografia.

 

(traduzione italiana di Fiori Picco)

 

人间一日

 

那一天我会成为时间的主人

人们举着酒杯庆祝我的死亡

 

把你在佛前求回的那双眼睛按在心里

放开自己的身体,让自己从容

你用舌头咬我的伤口

再也不会流血、感染、破裂

 

你年华的沉淀,刮伤的青春

嫉妒的唯美,都像一把剑刺入我身体

溶进我的灵魂深处

你我的生活

不是一个躯体和一世轮回的相会

是佛的长命

 

下辈子,我只想做一个植树人

编导舞步的时间

 

 

Critica in semiotica estetica della Poesia “Un giorno nel mondo” di Darkpa Samar

 

Celebrante, la parola del Samar è cerimonia del risveglio del tempo dell’essere, che solleva dall’illusorio divenire infausto, transitorio e depauperante. È il superamento dell’esistenza materiale, per la sintesi di opposti e per la verità assoluta. Ricongiunge allora l’io e il tu, l’interno con l’esterno, la coscienza singola purifica nella coscienza cosmica e nella scrittura della danza ascensionale dell’albero è l’equilibrio armonico tra individuale e universale.

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