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Emanuele Casalena

Critica in semiotica estetica dell’Opera “L’abbraccio” di Emanuele Casalena

 

La pittura magmatica del Casalena discioglie la finitudine della forma, saggiando sensorialmente l’ambivalenza rischiosa dell’abbraccio materno e familiare. Il contenimento affettivo può essere luogo

di progressiva nascita individuativa dell’identità; come la stessa nicchia affettiva può divenire vorticosamente e uroboricamente viscosa nel risucchio ingoiante e regressivo dell’interdipendenza

e della proiezione, prigionia inconscia nell’indistinto, che preclude lo sviluppo identitario autonomo, negando la giusta dialettica dell’inconscia continuità con il distacco cosciente della formazione.

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Critica in semiotica estetica dell’Opera “Il gatto giallo” di Emanuele Casalena

 

L’intersezione multiprospettica dei piani visivi e abissali del Casalena è la vittoria della dimensione inconscia sulle limitazioni spaziali del vivere quotidiano e cosciente, sino a quando anche la solidità anatomico-architettonica delle pareti psicofisiche soccomba alla travolgente e caotica universalità della costituzione elementare e primigenia. Lo scacco della coscienza è precipizio lungo un’ontofilogenesi che ricapitola la memoria immemoriale della vita e della storia, elevando a simbolo di sintesi dei poli oppositivi del viaggio conoscitivo il gatto giallo, messo guardiano ermeneutico di un oltremondo, capace della trasmutazione luminosa dell’invisibile.

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Critica in semiotica estetica dell’Opera “Deposizione” di Emanuele Casalena

 

Panica, la scultura del Casalena è partecipazione tutta umana al dolore del lutto divino e filiale della madre celeste. La condoglianza individuale e femminile si solleva e si trasporta ad un vissuto universale ed ineffabile, che affiora in tutta la sua intensità diretta in una sintomatica apparenza di distorsione. Il cordoglio è compreso e abbracciato dalla terra stessa, dal luogo primario elementare d’indistinzione, ove l’essere umano libera l’impulso anonimo e incontenibile di rabbia e di dolore alla matrice in nigredo e per gridata elaborazione di una superna coscienza.

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