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Emilia Valenzano

Nessuno tranne te

Ho intrecciato le mie mani tante volte
nelle tue,
ho sentito la libertà del vento
nei capelli,
ti ho stretto tremando,
saperti vicino, mi arrotolava le emozioni.
Nei tuoi occhi luminosi,
ci avevo visto la terra
dove potevo coltivare il mio futuro.
Ti sogno ancora la notte,
passi nella mia testa,
attraversi sempre strade rocciose.
Non sempre ti vedo ridere.
Anzi mai.
Non ho lasciato mai avvicinare nessuno
come l’ho concesso a te,
nessuno, tranne te, sa quanto 
io sia fragile,
come potrei sgretolarmi 
con poco.
Ho pensieri folli.
Ricordi impavidi.
E sogni infiniti.

 

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Critica in semiotica estetica della Poesia “Nessuno tranne te” di Emilia Valenzano

 

La parola amante della Valenzano è confessione di verità libera e incondizionata dei sentire, tanto presente e vivida, seppure trascorsa in tempo passato, da riaprire la condizione di finitudine in sogno d’infinito di sé all’alterità. L’amore della poetessa è nel paradosso del riconoscimento della fragilità coraggiosa, propria di chi sa affidare all’oggetto d’amore il completamento stesso di sé.

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