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Enrica Tais

Enrica Tais, Lungo il canale.jpg

Critica in semiotica estetica dell’Opera “Lungo il canale” di Enrica Tais

 

L’impressione fotografica della Tais avelle dallo scorrere temporale una veduta della petite Venice francese (Colmar) e la intaglia fra le decorazioni lignee dei graticci e delle imbarcazioni nella luminosità di una fiaba a cartoon dai colori pastello. L’ulteriore mise en abîme del riflesso delle case sull’acqua è ancora una storia nella storia, che eleva a potenza l’abbraccio sognante, ad eternare il profondare echeggiante di una realtà nell’abisso del sentimento.

Enrica Tais, Dolcemente la sera.jpg

Critica in semiotica estetica dell’Opera “Dolcemente la sera” di Enrica Tais

 

L’elegante elaborazione fotografica della Tais accarezza la dialettica chiaroscurale fra luce e ombra, in eterno ritorno dondolante sulle onde, per l’armonia fra i poli opposti delle forze cosmiche. Il cigno al tramonto della coscienza all’inconscio, in eco duale legata al divenire temporale, è natante epifania della deità, ritorno della materia in spirito, simbolo del processo di metamorfosi che libera dalla forma diurna per la consustanziazione alla totalità originaria del grembo acqueo. È la catarsi dell’indistinzione alle ombre, per una nuova, nascente e alba rivelazione.

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