

​
GALLERIA DI OPERE IN POESIA E ARTE CONTEMPORANEA
con Critiche in Semiotica Estetica di Fulvia Minetti
Fernando Boaretto
Se qualcosa ritorna
In una cortina di nebbia
il sogno di una foglia
era di riscrivere la storia
di avere creduto alla vita
al cielo che si adagiava
con teneri racconti
che la felicità è un fiore
la terra che arida sarà
dove il cuore rifiuta l’amore
è la storia del mendicante
che prosciuga i suoi passi
nell’anfratto di una osteria
e increspato di paure
rifiuta il battito dell’alba
cosa vado cercando
nella vorace fame del tempo
che piega al suo respiro
la divinità dei fiordalisi
la mia ebbrezza ristretta
nelle calme dell’orizzonte
quale il destino delle nuvole
propongo all’amica di sempre
di non incrudire la sera
se mi trova con mani di argilla
la recrudescenza di un sogno
se qualcosa ritorna per immaginare
che può avere la forza di colorare
i nostri mattini di speranze.
​
Critica in semiotica estetica della Poesia “Se qualcosa ritorna” di Fernando Boaretto
La parola delusa del Boaretto, aggrappata ai sintomi dolorosi della coscienza e del tempo lineare, riconosce la potenza dell’immaginazione quale risorsa di speranza della vita, sorella del sonno. Solo la libertà d’immaginazione può aprire all’immaginazione di libertà, che è l’autoconcessione di una possibilità di futuro.
Se la notte
Se la notte è il grappolo d’uva
quello raccolto nel silenzio
e nelle voci ovattate delle nuvole
che nemmeno un chicco cadesse
mentre tutto riposava intorno
lasciami respirare piano
il volo del calabrone
il rumore della siepe autunnale
quello che è stato il verde intenso
di corse nella campagna
il gomitolo che non ho dipanato
e ora mi chiedo se le storie
sono da archiviare per sempre
o se con altri occhi devo vedere
le preziose opere d’arte
lasciate a grandi giri d’elica
da rondinotti infanti
e rifiutare le paure d’un tempo
verso strade sconosciute
e cieli infiammati d’amore
quale eternità sognavo?
quali fiori ho lasciato inaridire
nel mistero del mio vivere
Critica in semiotica estetica della Poesia “Se la notte” di Fernando Boaretto
La parola dolente del Boaretto chiede al rimpianto del passato la vita notturna della sinestesia, il piano ipotetico dell’immaginazione creatrice, il nettare di un rinnovato fremito diretto all’apertura di un senso differente a rinascere, a fiorire nuovi sogni d’eternità nella finitudine.