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Filippo Stefano Nigro

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Critica in semiotica estetica dell’Opera “Gabbiani” di Filippo Stefano Nigro

 

Il book folding del Nigro nasce dall’arte di piegare la carta secondo un’origine shintoista giapponese, che celebra ritualmente il valore ciclico della vita attraversante la morte, per la rinascita. È simbolicamente un pegno d’augurio di superamento della condizione materiale, di collegamento alle proprie origini e alla propria destinazione, nella preziosa libertà aperta d’essere oltre la forma, a superarsi, a riconoscersi ancora, come i gabbiani, alla rinnovante luce della coscienza. In giapponese kami indica la carta e insieme gli dei che la abitano, come un tempio custode in continua ricostruzione.

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Critica in semiotica estetica dell’Opera “Calopezzati” di Filippo Stefano Nigro

 

La carta da libro in opera del Nigro è configurazione rifigurante dell’arte dell’esistere nelle pieghe segniche, in rimando sempre opaco e plurisemico della vita. È un movimento ricognitivo del modo dell’abitare e dell’abitarsi, dal tramonto alla palingenesi di un nuovo sguardo della coscienza, nella rêverie d’equilibrio fra la luce diretta del sole e il riflesso declinante della luna.

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Critica in semiotica estetica dell’Opera “Scenario” di Filippo Stefano Nigro

 

L’iridato rituale di book folding del Nigro è una ciclica ed etica nigredo delle forme ipertrofiche della coscienza, per nuova luce risorgente differenti prospettive di verità. È un descensus in profondità, nelle pieghe irriflesse e precategoriali dell’essere libero e polisemico, per l’attimo di metanoia di un senso proprio e rifigurante lo sfoglio della vita.

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