top of page

Francesca Fazio

Resiste il mare

Non mi confortan più le mie parole antiche.
Non bastano a scaldare il freddo inverno.
Coperte troppo corte per notti senza luna.
Ove anche i grilli tacciono, 
e timorosi attendono 
che l’alba li rallegri.
Resiste il mare.
Con le sue onde eterne 
che cambiano ogni giorno,
ma sempre a riva tornano,
le sabbie scure abbracciano,
e fresco e morbido al cammino,
l’arso arenile rendono.
Fiammeggiano quei suoni conosciuti,
il rapido frastuono dei giorni di tempesta,
il tenero fruscìo delle mattine terse.
Azzurro limpido o blu notturno, 
le sfumature che riempiono lo sguardo.
Sarà quest’onda a tessere 
il passo stanco 
del mio residuo vivere.
Battuto senza tregua da venti troppo forti,
che atroci hanno sconvolto, 
giardini rigogliosi,
cresciuti di pazienza e fervida speranza.
Cedo al mistero perenne di quei flutti.
Ad esso le mie vele si spiegano 
ormai mute,
lontane dalle favole di miti irraggiungibili.
Ed in quel viaggio portano, 
lucenti come oro,
dolore e amore fusi in cuori incorruttibili. 

Critica in semiotica estetica della Poesia “Resiste il mare” di Francesca Fazio

 

Tenace, la parola della Fazio rappresenta il freddo, la frammentazione, la mancanza del luogo segnico dell’uomo, teso a rifondere la continuità di senso al mondo, nella dimensione unitaria del molteplice. Nell’archetipo del mare la poetessa risolve gli opposti di eros e di thanatos, in una visione sapienziale d’eterno ritorno dell’onda, che sposa l’essere al divenire.

bottom of page