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Francesca Frisano

I luoghi dell'infinito

Terra, mare, cielo

densi o trasparenti

circoscritti o vasti

sono i Luoghi dell'Infinito.

Si aprono tutti

ad orizzonti così lontani

da essere inafferrabili.

Sembrano sfuggire al nostro sguardo

ma sono lì e riusciamo ad abbracciarli.

Sono dentro di noi,

nella parte più profonda della nostra anima,

da sembrare irraggiungibili.

Terra, mare, cielo

non sono spazi finiti

e così le nostre braccia nell'accoglierli.

Si aprono e ci aprono all'Oltre

verso una cromia palpabile

pur nella sua evanescenza.

L'Infinito ci viene incontro,

spalanchiamo le braccia.

Si celebra così una sorta di liturgia

di sensazioni ed emozioni:

si vola verso l'infinito

verso quell'Oltre

al quale la nostra anima aspira,

che il nostro bisogno capta.

L'Infinito è dentro di noi,

i luoghi ne sono

la meravigliosa metafora.

Critica in semiotica estetica della Poesia “I luoghi dell'infinito” di Francesca Frisano

 

La parola schietta della Frisano si dispiega svelando una dialettica sensoriale fra il tangere e l’intatto del luogo d’infinito. L’infinito è atto liturgico, perché vive di una sacrale opera di universalità. La sinestesia inconscia e archetipica è salto metaforico, traslazione all’oltre di sé per analogia profonda al mondo, è connubio, intuizione, memoria immemoriale di una sintesi primigenia. L’uomo al mondo è alla meraviglia di un’origine stessa, che non conosce antitesi.  

I Poeti

I poeti misurano le distanze
dai giorni uguali ad altri giorni,
allungando l'ora del distacco
fin dentro il fondo delle notti.
Raccontano le forme del dolore
plasmando la cruda materia del nulla
che svuota i cuori.
Origliando il silenzio
che chiude le bocche,
danno voce a ciò che manca,
al tono minore di un tempo orfano,
sospeso all'alba e
appeso al tramonto.
C'è chi approda sulla darsena
col carico che duole;
c'è chi interroga ombre ad ogni passo,
gemendo litanie tra i denti.
C'è chi, scampato al naufragio
sulla zattera del sogno,
scioglie la paura, vince il dolore,
supera l'esistenziale.
Questo è l'attimo magico,
in cui poeti librano in volo,
verso l'alto, verso l'etereo,
oltre i limiti.
Immutabile maestà della creazione!

Critica in semiotica estetica della Poesia “I Poeti” di Francesca Frisano

 

Omaggiante, la parola limpida della Frisano coglie la profonda funzione del poeta, che attinge alla dimensione emotiva inconscia, stretta nell’abbraccio sensoriale e simbolico, che emerge ed elabora i contenuti, silenti e rimossi, alla nascita creativa della nuova forma cosciente. È la catarsi del dolore e della mancanza a essere, alla bellezza armonica di sintesi unitaria del molteplice. Il poeta partecipa della sublimazione della materia librata, trasmutata, eternata, sollevata nel senso, nel valore.

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