Gennaro De Falco
Quella via
Quella via che aspettava l’attimo
dei nostri respiri incrociati
Quella via che ignorava
l’urgenza dei nostri passi
la vertigine improvvisa
dei nostri abbracci
Quella via che precipitava nell’assenza.
Nella luce
del caos iniziale. Nel cerchio totale
del silenzio.
Critica in semiotica estetica della Poesia “Quella via” di Gennaro De Falco
L’incisiva breve poesia del De Falco centra la dimensione costitutiva dell’uomo, il suo esistere viario transitante, la sua condizione segnica, aggettante e dimostrativa, che indica e colloca la sua posizione in una serie di frammenti, da unici, successivi, infaticabili punti di vista. Il luogo umano è attimo di un subitaneo rinvio ad un senso inafferrabile, come ad un oggetto totale, ad un silenzio del caos inconscio. L’uomo è, al poeta, inestinguibile desiderio d’estasi e amore, in figura di porta carraia degli infiniti significati della vita, in bilico, sulla presenza dell’assente.
Cartesio 2018
Decifro
il principio del tuo sguardo
e so di esistere in quell’attimo
nel cogito del tuo nome:
è la nuova prova cartesiana
insieme l’abbiamo costruita
una notte che dormimmo abbracciati.
Critica in semiotica estetica della Poesia “Cartesio 2018” di Gennaro De Falco
Ironica, la parola filosofica del De Falco è nuova domanda dell’identità a partire dalla cifra che azzera, dal concentrico punto di principio dello sguardo dell’altro. È il rovesciamento della certezza e della solitudine autofondante del vecchio io penso cartesiano, nell’esperienza di un’identità narrativa, che include in sé la differenza. Il cogito è conatus di una mancanza al desiderio di essere. La rivoluzione ricoeuriana dell’identità emerge dal coprotagonismo della relazione, nella fenomenologia di una volontà intrecciata, nell’esserci della testimonianza mutuale, che infinitamente degli amanti rinomina l’esistere.