​
GALLERIA DI OPERE IN POESIA E ARTE CONTEMPORANEA
con Critiche in Semiotica Estetica di Fulvia Minetti
Gerardo Genovese
Il giardino dei sognatori
Giunchi tra loro in suono
Perpetuano il Tempo del Dare
ninfee d’acqua dolce
Il Magistero dell’arpa in lode.
Vibra la corda dell’anima
artificio Ancestrale dell’io
che illumina il cerchio della Nascita,
l’origine del Verbo
l’Essenza pura.
Trasbordano pensieri Elettivi
di regolate note sinergiche
plauso conduce al Dominio
il ritmo plasma il Lago
e le Parole confinano le sponde
del nostro Viaggiare.
Critica in semiotica estetica della Poesia “Il giardino dei sognatori” di Gerardo Genovese
Densissimo di figure archetipiche è il poetare del Genovese, che sa fruire del suono che precede e nasce la parola. I sensi e la hybris del pensiero cercano il riattraversamento rituale della genesi, dalla propriocezione memoriale inconscia del contenimento primario del grembo materno, “il giardino dei sognatori”, alla prima scansione ritmica delle doglie espulsive, individuativa e prima metrica profonda di ogni dire, emergente il valore esistenziale di ogni incontro del compiacimento di sé ed altro.
Filo di luce sulla scia di una vela
Una luce
luminosa
voce del pensiero
Un filo
che scorre
sommesso
come un gioco
mai usato
Una vela
che naviga
su di un filo
lungo una luce
e quel Mistero
Segreto
nascosto nel cielo
disperso nel mare
Parla d’amore
è dire io
è un saluto
quasi un addio
Critica in semiotica estetica della Poesia “Filo di luce sulla scia di una vela” di Gerardo Genovese
Profondamente essenziale e al contempo delicata, la parola silente e fugace del Genovese è sfumatura fusionale, che coglie l’istante fra l’incontro e la perdita. Per iniziazione al mistero della verità, è il gioco ineffabile allo spazio franco e transizionale, fra soggetto e oggetto, fra sé e altro, che getta al di là dell’uso quotidiano dell’abitudine nella continuità aperta dell’amore e al contempo riconduce all’identità dell’io, al saluto divisorio della definizione.