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Gianandrea Rizzi

Tutto schietto accadrà per noi

Tutto schietto accadrà per noi sulle superfici

come se circospetti spostandoci riflettessimo

la luce che da inconfessati spazi propagandosi

per sempre mai sarebbe stata scorta o rivelata.

 

Accorti però di certe movenze perché si teme

ancora di parlar chiaro o di disilludere il gioco?

Scartare la regola è un gesto da nottole schive,

pretesa di burrascose fiere confinate in gabbia

ma per gli uomini volersi è poi un agio scaltro,

un meticoloso equivoco sapersi docile miraggio.

Ma no, mano stretta, non so che vai pensando:

mai non siamo stati se non luoghi di passaggio

Critica in semiotica estetica della Poesia “Tutto schietto accadrà per noi” di Gianandrea Rizzi

 

Onesta analisi consapevole è lo svolgersi calmo dei catartici versi maturanti del Rizzi. L’amore adolescente è ammesso dal poeta essere “agio scaltro”, “meticoloso equivoco” e “docile miraggio” nella sensibile riflessione cosciente e disillusa dei meccanismi proiettivi di formazione identitaria. La crescita si serve vicendevolmente dei “luoghi” identitari dell’alterità, attrazione dell’identità, alla stregua di possibili meri passaggi introiettivi, utili all’identificazione in fieri della formazione di soggetti ancora aperti e transferali.

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