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Gianni Simeone

Puglia mia

Correre fra coni di pietra portentosi,
pietre ritte sulla terra avita,
ampi uliveti e mandorli in fiore,
i vigneti miei prosperosi…
Jàpige osserva e la parola dei poeti
ha la fragranza del grano.

​

Mirando il cielo che parla ceruleo,
l’occhio s’apre dintorno –
rivolgersi ai paesi scolpiti di bianco
è un attimo –
rifulge d’amorosi sensi
e placido distende lo sguardo.

​

Immagina la Valle rigogliosa,
pensa alla progenie tua,
trattieniti in un abbraccio
che comprende le radici,
ricorda chi sei
e illumina la vita.

​

(G. Simeone, Noi abbiamo paesi bianchi, G.C.L. Edizioni 2022)
 

Critica in semiotica estetica della Poesia “Puglia mia” di Gianni Simeone

 

Profonda ed elevata, la parola del Simeone si estende dai sensi alla ragione, a nutrire l’uomo delle proprie origini, a trascendere di sé, sconfinata, lungo l’axis mundi delle pietre ritte pugliesi, lungo la rinascita micro e macrocosmica e alla vite che supera la materia in acqua preziosa di vita eterna. Il poeta lascia in sinestesia parlare i colori nella comprensione di una totalità unitaria dell’uomo alla natura, che trasmuta la provenienza nel senso aureo della destinazione.

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