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GALLERIA DI OPERE IN POESIA E ARTE CONTEMPORANEA
con Critiche in Semiotica Estetica di Fulvia Minetti
Gigliola Marinangeli

Critica in semiotica estetica dell’Opera “La pescatrice di sogni” di Gigliola Marinangeli
Gli oli ignei della Marinangeli sono il rituale di rinascita della coscienza dalle profondità dell’inconscio, non senza il sacrificio di morte della forma, quale sanguigno filo d’Arianna del descensus ad inferos, che riconduce sulla strada del ritorno alla luce. Il sostrato emotivo diviene modulazione tonica del movimento, per una nuova rappresentazione embrionale di conoscenza. L’artista cerca la sospensione apotropaica nella visione dedalica della propria alterità.

Critica in semiotica estetica dell’Opera “Don Giovanni e il canto delle Muse perdute” di Gigliola Marinangeli
La visione dionisiaca della Marinangeli è festa irriverente e al contempo promessa di alleanza, quale rituale di sacrificio per la conoscenza. Il vino è sangue, morte della norma e della definizione identitaria. L’artista coglie l’istinto d’indistinzione della vita fremente, per un vissuto anonimo e plurale di continuum all’alterità. L’alfabeto muto, unico, irriflesso, precategoriale e universale del corpo è la matrice vitale a fondamento della ricerca identitaria.