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Giorgio Bottò

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Critica in semiotica estetica dell’Opera “Finestra sul Carso” di Giorgio Bottò

 

La veduta autunnale del Bottò solleva dalla nigredo del bacino della roccia carsica alle cromie alchemiche della viriditas, la linfa dell’anima rivolta, della citrinitas, la prima elezione cosciente e della caduca rubedo, che spoglia la rappresentazione per approssimazione alla verità. L’autunno arricchisce nel paradosso della sottrazione, per la partecipazione al grembo di perpetuazione, per l’aurea quintessenza eterna.

Giorgio Bottò, Inanna.jpg

Critica in semiotica estetica dell’Opera “Inanna” di Giorgio Bottò

 

L’espressione fittile è ispirata alla scrittura cuneiforme e dedicata alla dea sumera che sintetizza in sé gli opposti: della fertilità della terra e del cielo, per il movimento di morte e resurrezione. La “PittaPoesia" è il connubio linguistico dell’arte del Bottò con la poesia del Freschi e l’oro nelle fratture omaggia l’arte psicofilosofica giapponese del kintsugi di sutura delle ferite, volta anch’essa alla palingenesi della coscienza.

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