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GALLERIA DI OPERE IN POESIA E ARTE CONTEMPORANEA
con Critiche in Semiotica Estetica di Fulvia Minetti
Giovanni Teresi
Sguardo nell'ignoto
Potrei cercare dietro il temporale
negli umori cupi di ombre alla deriva
in verticale oltre i limiti del vento
dove il bagliore intangibile
diventa desiderio.
Potrei accendere le polveri
quando ogni giorno successivo
consuma e rimuove vecchi giochi
senza sapere come finirebbe,
guarderei senza capire
il tonfo che decapita
le antiche statue del trionfo,
i volti bruciati e anneriti
da derive cadute
in retromarcia sulla Storia.
Saprei coabitare
con i dilemmi irrisolti
e le certezze revocabili
ma lascerei lo spazio
per nuove domande
e poche parole
per saziare di silenzi
le mie veglie.
So che soffierò le mie ferite
osservando il cuore
di chi non fa rumore,
lo sguardo del randagio
che recita preghiere
senza dirti nulla del suo pianto.
Critica in semiotica estetica della Poesia “Sguardo nell'ignoto” di Giovanni Teresi
La parola coraggiosa del Teresi si sospinge nel condizionale del desiderio, fuori dell’abitudine, oltre il visibile, al di là delle certezze, a superare l’affermazione salda della coscienza per sospensione nella domanda dell’inconscio, a lambire le ferite nel silenzio dell’ineffabile.
Memoria fossile
La magia del vento
lavora, leviga
le pietre che aguzze,
sinuose e impervie
racchiudono l’origine
del tempo.
I giorni non si contano più
come i secoli,
e la stessa memoria
si sbriciola in sabbia.
Il ricordo riaffiora
in stilizzate figure
su lastre calcaree,
in simboli, in parole
scolpite in versi contorti.
Parlano le pietre, dettano l’anima
delle mani sapienti,
dell’arcaica memoria;
scalpelli dell’io.
Si schiudono le tombe
con tetro silenzio…
Dipartono in schiere le orme con armi.
Le ossa adagiate riposano ancora
a riparo di scudi marmorei.
La clessidra si svuota
nella scoperta dell’antro,
soggiorno d’arte e di idee.
Tracce di fatti vissuti, lì fissati
anche dal melo dipinto
con i suoi purpurei saporiti frutti.
Corrodono le onde le rocce
liberano nel sale le briciole di storia.
Rivivono nella luce del sole,
al tocco del vento fugace, i fossili
e le gesta di uomini colti
nell’attimo del loro segnato destino.
Critica in semiotica estetica della Poesia “Memoria fossile” di Giovanni Teresi
La parola melodica del Teresi libera dalla pietra l’anima della memoria, quando è essa stessa in chiasmo a scolpire l’uomo. Il cammino alchemico attraversa la nigredo dell’ombra e i quattro elementi a ridestare nel sale, la scintilla dell’anima del mondo che congiunge gli opposti, che fissa la reminiscenza, nuova vita eterna e sapienziale.