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GALLERIA DI OPERE IN POESIA E ARTE CONTEMPORANEA
con Critiche in Semiotica Estetica di Fulvia Minetti
Giulia Vannucchi
Labirinto
Percorro percorsi stretti
che avvolgono l’anima
nelle spire potenti e
involute come petali
serrati di olente rosa.
E ritorno sui passi
che già risuonarono,
che già si persero
nell’oblio suadente.
Dimentico il tempo
in questo dolce ma
ingannevole ballo.
Compagne di danza
le folte siepi ombrose,
il cielo su in alto mira
il rondò muto che,
battuta dopo battuta,
esegue il mio corpo
inseguendo il miraggio
di una via d’uscita.
Icaro vorrei e non vorrei
emulare, qui solamente
resta la speranza
che come un esile filo
Arianna mi tende.
Critica in semiotica estetica della Poesia “Labirinto” di Giulia Vannucchi
La parola colta ed elegante della Vannucchi accompagna il processo psichico dell’essere, attraverso memorie sensoriali inconsce ed archetipiche di un’ontofilogenesi, a contenere immagini originarie e meta-individuali della psiche. Il descensus ad inferos, alla forma labirintica, materna e uroborica dell’inconscio conduce alla misurazione eroica di sé per la riemersione alla luce della coscienza. È il cammino individuativo della coincidentia oppositorum, dell’integrazione d’inconscio e di coscienza alla speranza, alla fidanza del cambiamento.