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Hamid Larbi

L'istinto di un poeta

Angeli annientati

Dalle atrocità umane

Occhi socchiusi,

Puntati verso il paradiso

Implorano aiuto

A chi è rimasto qui

A chi difende una causa

Con armi di distruzione

 

Soffia un vento di guerra

Infuocato e tragico

Soffia un vento

Gravido di granelli di sabbia sfrenati

Che affondano le radici in ogni terra

E in ogni humus trovano scompiglio

 

Che può fare

L’istinto di un poeta?

Urlare la sua confusione?

Implorare la sua apprensione?

 

Che può fare una poesia

Se non opporsi a questo vento

Un vento di memorie antiche

Quello dei massacri danteschi

Quello dell’agonia e delle sofferenze

…un vento che l’uomo non può,

 Non deve dimenticare.

Critica in semiotica estetica della Poesia “L'istinto di un poeta” di Hamid Larbi

 

Semplice e pregnante la parola del Larbi è la sinestesia degli occhi socchiusi del poeta: la visione che fonde ogni disgregato granello di sabbia che il vento della belligeranza disperde, all’unità di un unico suolo, di un'unica carne. La poesia è la catarsi di una rinascita agli occhi che trovano senso e valore nell’universalità di una coappartenenza umana e che imbracciano l’unica “arma” etica dell’istinto, che punge per un ricordo che riaccorda, per un gesto di unità.

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