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Imma Villani

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Critica in semiotica estetica dell’Opera “L'Infinito” di Imma Villani

 

Il cromatismo materico della Villani è viva sinestesia emotiva di un presente, come finestra dell’infinità in presenza del possibile. E l’infinito non è alla profondità che aggetta e delude lo sguardo per l’impossibilità di raggiungimento dell’oggetto, ma è al moto d’innumerevoli inizi di riflessione, alla libertà d’immaginazione che proietta al luogo franco e transizionale d’una finestra, fra sé e mondo e nella sintesi di entrambi, alla rêverie che rende in ogni istante fanciulli di se stessi, a ricominciarsi.

Imma Villani, La libertà che si specchia nella verità.jpg

Critica in semiotica estetica dell’Opera “La libertà che si specchia nella verità” di Imma Villani

 

Fra rivelazione e cecità la dialettica pittorica della Villani cerca la sintesi armonica della libertà alla verità. La scotomizzazione della rimozione dell’inconscio spesso conduce ad un’illusione di libertà, che presto viene chiamata alla necessità di verità: una soglia di verità che reintegri l’oblio nella memoria, a rinascere la libertà vera di un nuovo senso di sé e delle cose.

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