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Isabella Uleri

Critica in semiotica estetica dell’Opera “Finibus coeli” di Isabella Uleri

 

Fra i vissuti dell’umano la gestazione meglio può sentire dei confini del cielo. Infinità germoglia nella terra risonante del grembo materno e tanto più fragile è la possibilità di vita, tanto più è divina nella percezione di unità sintetica del tutto. La Uleri dipinge l’estasi gocciolante dei sensi, perduti e ritrovati nell’altro di sé

e divenienti di un eterno possibile, perché duale, discendente, condiviso.

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