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GALLERIA DI OPERE IN POESIA E ARTE CONTEMPORANEA
con Critiche in Semiotica Estetica di Fulvia Minetti
Joseph Chibueze Ofoegbu
I tempi difficili non durano mai
In mezzo alle prove, un uomo si erge alto,
Sfidando le frecce e i coltelli che cadono.
Indossando un sorriso, anche se l'agonia è profonda,
Nei sogni, è consumato dai dolori da mantenere.
Tuttavia, resiste, la sua speranza non è mai passata,
Perché sa nel suo cuore che i tempi difficili non durano mai.
Giorno dopo giorno, nonostante il peso dello sconforto,
Le circostanze al di fuori del controllo sembrano dettare.
Ma come un petalo calpestato risorgerà,
Determinato a dimostrare la sua forza e la sua svolta.
Con una fede incrollabile nella sua anima accumulata,
Sussurra a se stesso, i tempi difficili non durano mai.
Perché, se queste difficoltà dovessero rimanere per sempre,
Chi tenderebbe una mano per sollevarlo dal dolore?
Solo, con Dio, la famiglia e gli amici così cari,
Trova la forza per vincere ogni paura.
Abbraccerà le possibilità, futuro vasto,
Con la ferma convinzione che i tempi difficili non durano mai.
Hard times never last
In the midst of trials, a man stands tall,
Defying the arrows and knives that befall.
Wearing a smile, though agony's deep,
In dreams, he's consumed by sorrows to keep.
Yet, he holds on, his hope never past,
For he knows in his heart hard times never last.
Day after day, despite discouragement's weight,
Circumstances beyond control seem to dictate.
But like a trampled petal, he'll rise anew,
Determined to prove his strength and breakthrough.
With unwavering belief in his soul amassed,
He whispers to himself, hard times never last.
For if these hardships were forever to remain,
Who would extend a hand to lift him from the pain?
Alone, with God, family, and friends so dear,
He finds the strength to conquer every fear.
He'll embrace the possibilities, future vast,
With the firm conviction that hard times never last.
Critica in semiotica estetica della Poesia “I tempi difficili non durano mai” di Joseph Chibueze Ofoegbu
Di speranza ritornante, la parola del Chibueze Ofoegbu è una dinamogenia, ove l’effort, la forza di volontà cosciente del Main de Biran, è una fenomenologia di contrapposizione. Volo ergo sum, voglio dunque sono: l’essere umano nasce dal contro-essere alle cose, nel superamento delle avversità. L’io incontra il Complesso di Atlante, riconoscendo l’alterità del mondo e concedendosi la forza per sollevarlo, in un atto di senso.