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GALLERIA DI OPERE IN POESIA E ARTE CONTEMPORANEA
con Critiche in Semiotica Estetica di Fulvia Minetti
Laura Tonelli
Baia
Il dorso brullo della collina
rotto dallo smeraldo d’erbe ostinate
protegge l’ansa del mare rabbioso.
La cala morbida e azzurrina
come oasi nel deserto
mi rammenta la pace nascosta
nel tumulto doloroso dell’anima.
Quell’angolo incognito m’accoglieva
quando m’assaliva la paura.
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Intimo rifugio, mi riparavo
nella ninnananna delle onde
piccole e schiumose.
Alle narici saliva, confortante,
il profumo della cioccolata,
preparata da mia madre,
e la cucchiaiata generosa
della panna montata era lì,
in quella morbidezza quieta
del mare che lambisce.
Critica in semiotica estetica della Poesia “Baia” di Laura Tonelli
Intima e memore, la parola semplice e vivida della Tonelli affida alla natura le emozioni inespresse per la catarsi del sentire. Acquieta il dolore, il timore e il tumulto al grembo marino della baia, alla madre primigenia, universale e collettiva, al dondolante eterno ritorno di carezze nella sinestesia unica e plurale di un senso nell’altro, a reificare ogni perduto, a rinascere il tempo lieto e letteralmente badato dell’infanzia, che apre la bocca in meraviglia.
Tempo
È lento il tempo:
scorre indifferente
fra i filari della vita.
Non ha colore,
non ha calore,
eppure non è nero,
eppure non è freddo.
Sgrana indifferente
gli anni di tutti
senza gli odori,
senza i minuti.
Mi vedo, mi penso,
raccolgo i ricordi
del tempo che fu,
del suo colore,
del suo calore.
Sulle mani i segni,
inequivocabili
di fatiche, di abbracci.
Gli occhi chiusi,
le mani allacciate:
tutto l’essere si scioglie,
si disperde
nel già vissuto.
È pronto
il breve futuro.
Critica in semiotica estetica della Poesia “Tempo” di Laura Tonelli
La parola ricercante e sensoriale della Tonelli s’interroga sulla categoria del tempo, sulla facoltà umana di arrestare un’astrazione completa dai contenuti del molteplice sensibile. La poetessa accosta al tempo lineare e indifferente della finitudine un tempo naturale, passato e ritornante, un tempo carico di sinestesia, un tempo di senso, per cui il perduto non è tutto perduto.