

GALLERIA DI OPERE IN POESIA E ARTE CONTEMPORANEA
con Critiche in Semiotica Estetica di Fulvia Minetti
Liliana Paisa
Surreale
Guardo la bellezza dritto negli occhi e mi immagino
parte della sua delicata pelle.
Bellezza di ciò che tocca noi quando l’animo non è a casa.
Va lontano, evaso nelle terre da scoprire
dove il sale delle onde copre i sensi rimasti nella gabbia di vetro.
Brucia il tramonto nei granelli di sabbia, nei colori degli occhi
e nelle costellazioni ancora non nate.
Guardo la bellezza, lei libera l’anima,
questa traccia sabbiosa sulla luna,
sulle stelle e corpi che non hanno conosciuto ancora il tempo.
Critica in semiotica estetica della Poesia “Surreale” di Liliana Paisa
La parola profonda, sensoriale e archetipica della Paisa scandaglia l’abisso originario della vita nella continuità dell’uomo al mondo. La sua emersione alla luce dona preziosi salini e sabbiosi frammenti d’immemore ed eterna bellezza cosmica: sono sinestesie d’istanti della carezza ad un grembo unico, che supporta ogni divenire di forma.
Come i fili d’erba
Siamo come i fili di erba
nella gravità della rimanenza,
sotto e sopra una scarpa gigante
che cerca i suoi lacci smarriti.
I salti hanno il nome del cammino
e le distanze la stessa madre.
Noi, fili di erba rimaniamo legati
ad un paio di lacci nella ricerca
della loro scarpa.
Critica in semiotica estetica della Poesia “Come i fili d'erba” di Liliana Paisa
La parola profonda e simbolica della Paisa interroga l’impermanenza metaforica dell’uomo.
Il corpo è fratto, si misura della sua costitutiva distanza, sempre in figura, segno della sua stessa provenienza e anticipazione del suo ritorno. Ogni identità è un accadere transitante in forma di segno, rinviante all’oggetto, in figura del significato: un divenire dell’essere in esilio nella parola, stanza che differisce e distanzia, e nella stessa parola desiderio del ritorno alla casa dell’origine.
Il bucato
La signora del primo piano stendeva i panni
e la solitudine.
C’era tanto vento nel suo tacere.
Lei badava all’ombra appesa ai fili.
La signora del primo piano raccoglieva
i suoi panni asciutti insieme ai sogni.
Chiudeva la porta sui pensieri
e sapeva che doveva rifare il bucato.
Critica in semiotica estetica della Poesia “Il bucato” di Liliana Paisa
La parola semplice e profonda della Paisa racconta di un’etica ciclicità del sapere e in un rituale simbolico quotidiano disvela la meraviglia di un equilibrio di compresenza degli opposti. Fra l’umano tendere alla coscienza e il movimento che l’inconscio disattende è lo stendere del presente disteso, che si lascia alla rêverie silenziosa, sola, immaginante, in una spirante presente lontananza, lungo un filo d’Arianna fra acqua sognante e sole desto, fino ad una rinnovata transitoria coscienza, presto a rimondarsi alla verità.