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Lorenzo Papetti

Un amore

Lontano dal tuo sole
in quel gelido nodo
nelle trecce del ricordo
ho cercato il tuo sorriso,
la bellezza in una piega
di un equilibrio che somigliasse a te.
Liberi eravamo di vivere
il silenzio degli istanti,
trovando requie nei nostri sguardi,
strappando colore alle stagioni
nei giorni che colsi
come passata sei.
Quante volte ho cercato il tuo nome
in questo rincorrersi di anni,
riavvolgendo paura e amore,
non ricordandomi di come
appassirono sogni
divenuti cenere
su bianca neve.

Critica in semiotica estetica della Poesia “Un amore” di Lorenzo Papetti

 

In sinestesia tattile ed elementare, la parola semplice e profonda del Papetti rappresenta l’istante, quale nodo dell’arazzo del vivere, principio di una cosmologia, che riscrive passato e futuro di sé, d’altro e di mondo, dalla rinnovante e inarrestabile corsa di prospettiva. Il poeta inscrive l’accadere in metafora, in rimando del sorriso di verità perduta, riponendo la bellezza remota e segreta in una dimensione irrazionale e irraggiungibile, in una sezione aurea, in una proporzione divina.

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