Lucia Fornaini
Fiori e baci
Fiori e baci cogliemmo sulle rive
negli anni matti della giovinezza
l’acqua del fiume dalle risorgive
s’allargava in percorsi di dolcezza.
Via calze e scarpe con la frenesia
dei piedi nudi sopra l’erba fina,
le camicie ripiene di follia,
gonfia sul petto la tela azzurrina.
E verso sera, stanchi di segreti
giochi d’amore tra i salici bianchi,
ci si fermava presi da stupore.
I burci ormai dismessi tra i canneti
nell’acqua ferma, già chini sui fianchi,
catturavano al sol scintille d’oro.
Critica in semiotica estetica della Poesia “Fiori e baci” di Lucia Fornaini
La parola languida e dolce della Fornaini è carezza dondolante di acque chete al ritorno, acque memoriali. La nostalgia della poetessa non è struggimento di dolore per ciò che non è più, per la giovinezza
che il tempo ha portato con sé, ma è sorriso tenero agli anni del viaggio odisseico della conoscenza,
nel discernimento del valore profondo della sapienza della senescenza, che più non raccoglie per sé,
che meraviglia ad altri dona.