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Maria Gabriella Anania

A mia madre

Sei nell’aria che respiro

e nel battito d’ali di una farfalla

Sei nei miei pensieri e nei miei sorrisi

che ricordano i tuoi.

Sei nelle mie lacrime

e in ogni mio gesto.

Sei nella luce del mattino

e nel bagliore bianco della luna.

Sei nelle gocce di rugiada all’alba

e nel fiato stanco del vento alla sera.

Sei nelle onde del mare

e nelle cime innevate dei monti.

Sei nelle colline verdeggianti

e nelle acque fresche dei ruscelli.

Sei nella mia anima

e sulla mia pelle.

Sei nei colori dei girasoli ammiccanti

e nei riflessi dorati dei miei occhi.

Sei la mia ombra, il mio ieri e il mio domani.

Semplicemente, inesorabilmente, sei…

Critica in semiotica estetica della Poesia “A mia madre” di Maria Gabriella Anania

 

La parola limpida dell’Anania dedica ogni cosa del mondo e finanche se stessa alla finalità completiva del divenire all’essere, alla dimensione archetipica del grembo materno. Alla figlia la madre mai muore, poiché è la memoria inconscia dell’infinito di sé, dell’esondanza psicoaffettiva di una medesima pelle, che supera i confini, proietta nell’oltre, investe di questa insolubile unità sinolica il grembo della natura, a perpetuare in sinestesia un’essenza presente al di là del tempo.

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