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Maria Ruino

Nell’ora tarda

Nell’ora tarda che segue la disfatta
dirai di avermi conosciuta.
Racconterai delle mie albe senza fili spinati,
degli amori, liquidi amori, persi nei fiumi del tempo.
La mia sete -no, non ha trovato acque- 
apparirà follia nei lividi sorrisi del giudizio,
e il giorno setacciato dal silenzio
sarà appeso al filo dell’inutile parola.

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Critica in semiotica estetica della Poesia “Nell’ora tarda” di Maria Ruino

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Profondamente e seriamente ironica, la parola della Ruino ascolta la vastità dell’alba, le ferite dell’ora tarda della coscienza, il peso del tempo e della verità errante dell’imputazione di giudizio, che aliena dalla dimensione propria e altra del possibile ulteriore dell’inconscio e priva del senso unitario. La poetessa soffre della riduzione fenomenologica della parola lontana dalla dimensione precategoriale del silenzio, che uccide il mondo della vita.

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