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Maria Teresa Usai

Maschere

L’ultimo ballo di coriandoli

Sulle punte di chiodi

si ferma,

al silenzio di tamburi

fissato nella risata dipinta,

al rientro,

nelle case di vento

cadono le maschere,

fuori,

resta la sincera lacrima

del Pierrot bianco di luna.

Critica in semiotica estetica della Poesia “Maschere” di Maria Teresa Usai

 

La parola profonda e simbolica della Usai mette a nudo i contenuti di verità e di dolore dell’abbondanza sfarzosa dell’apparenza in festa. Il carnevale è una rituale forza irrisoria collettiva, rovesciante le regole e i ruoli identitari: il funerale di pregiudiziali credenze e delle ipertrofie della coscienza, per la libertà di nuove possibilità di essere, rigeneranti. Eppure, non tutte le maschere della coscienza possono cadere, poiché dell’uomo è la parola per la verità: la maschera malinconica di chi, come Pierrot, si rivolge ad un oggetto d’amore impossibile.

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