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Marilena Ramadori

Marilena Ramadori, Casa Sperimentale.jpg

Critica in semiotica estetica dell’Opera “Casa Sperimentale” di Marilena Ramadori

 

La visione architettonica della pittura della Ramadori sposa la necessità del dover essere formale (Ananke) e il gioco di libertà dell’essere (Pais), lasciando affiorare dalla struttura fenomenica un’anima elementare, poiché il ritmo è cosmogonia. L’arte è propriocezione e proiezione della spazialità psicofisica esperienziale nell’ambiente: l’edificio è il grembo stesso per nuove gestazioni di sé. Lo schema architettonico si pone in gioco nella dimensione ironica di assenza in qualità di domanda, di elementi aggettanti su nuove prospettive per nuovi significati, nel divenire infinito fra atto e potenza. L’originaria indistinzione della materia di uomo e di mondo, propria del contenimento materno primario è l’archetipo inalienabile che permette di riconoscere nel modo fisico dell’abitare il modo emotivo dell’abitarsi.

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