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Marina Parentela

LA LAMA

Noi... siamo "Perfetti"!?
Pronti a cogliere l'errore!
Giustizieri del mondo. Dall’altro…
"La Lama" 
Affilata... colpisce!
Colpisce... "L'Anima"... eliminando
Dubbi, sogni, sentimenti, amore!
E nel... quotidiano?
Un solo commento, una sola battuta, per
Spiegare l'azione... Obbligata... "Maniacale"!
Dobbiamo giudicare e colpire. 
Per sentirci "Potenti" 
Per poter ..."Sopravvivere"?! 

Critica in semiotica estetica della Poesia “La lama” di Marina Parentela 

 

In simulazione e dissimulazione ironica, la parola sofferta della Parentela è provocazione etica e interrogazione profonda, che scuote l’essere umano dall’illusione di autosussistenza e dall’abitudine all’atto belligerante, che segue la degenerazione della costituzione identitaria. Lo stadio regressivo attuale di organizzazione schizo-paranoide dell’identità umana attua il giudizio di attribuzione, che precede il giudizio di esistenza: ciò che è altro e ciò che è male e da distruggere vengono associati nel medesimo, per la lotta di autoaffermazione. Eppure, il contenuto sostanziale dell’identità è l’alterità e chi annienta l’alterità non può che di lama trafiggere se stesso.

Sola

Dove vuoi andare?
Fermati… guarda c’è il
Sole, il Vento…
È inutile correre
Per andare dove?
Ti manca l’amore?
Ma l’amore cos’è?
È sentire… è sentirsi! 
Qui ora ci sei solo tu?
Chiudi gli occhi e…
Ascolta… l’onda del mare
S’infrange sugli scogli,
Sulla tua pelle!
Il sole con i suoi raggi
Ti riscalda…
Il vento delicatamente
Ti avvolge!
Ora sei senza tempo e…
Non sei più… sola!
Ora sei
nell’infinito!

Critica in semiotica estetica della Poesia “Sola” di Marina Parentela 

 

In una sospensione di meraviglia, la parola dialettica della Parentela offre il segreto chiastico fra l’umano e il naturale. La poetessa dona la continuità e la completezza unitaria della totalità alla costitutiva mancanza a essere del luogo segnico, nell’intreccio del senziente al sentito, per l’abbraccio primario, elementare, infinito ed essente dell’indistinzione.

Io sono qui

Il mare… il sole... le nuvole

E… lui… il vento! È lui…

Che fa muovere il tutto!

 

Le onde

 

Si gonfiano… si innalzano

Si infrangono sulla spiaggia.

Ma a lui... non basta! Anche

 

Le nuvole

 

Devono seguire il

Suo andare… nel cielo!

​

Il sole

 

Appare, scompare,

Non sa se nascondersi tra le nuvole o

Trafiggerle con i suoi raggi. Ma ora

No… non c’è tempo! Lui

 

Il vento

 

Cambia direzione... viene va! Un

Vortice… con la sua energia…

Incanta... trasforma

In un attimo… la realtà!

 

Ed io?

 

Io… sono qui

Con te... vento!

In un attimo…

 

Mi tuffo

 

E…

 

Volo!

Critica in semiotica estetica della Poesia “Io sono qui” di Marina Parentela 

 

Sospesa ed esultante, la parola della Parentela vive della meraviglia inesausta e rinascente del divenire, che sospinge nel respiro animistico universale dell’essere. È la comunione elementare alla natura, è la presenza instante nel continuum che trasmuta la materia nel movimento roteante e ascensionale dello spirito unitario.

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