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Mario Moretti

Aspettando l'eterno

Gocce di ricordi

distillati

fra nemesi e abbandoni

bagnano

occhi impauriti

dall'oscuro senso

di insicurezza

pietrificata nel silenzio.

 

Gocce di pensieri

legate a lenti di futuro

vissuto già ieri

fra un'emozione

e un abbraccio,

si inventano

collane di sorrisi

appese ai volti scomparsi

nelle nebbie del passato.

 

Procede l'impervio cammino

fra le rose e le spine

destinato a sfociare

nel delta dell'anonimato

con le sembianze di atomi,

essi si immortali

protagonisti dell'universo,

in un gioco

dai freddi contorni di stelle.

 

Stelle che giocano

a sconfiggere il buio

aspettando l'eterno.

Critica in semiotica estetica della Poesia “Aspettando l'eterno” di Mario Moretti

 

La parola alchemica del Moretti riconosce la dimensione segnica di finitudine dell’uomo, volta all’infinito essere nell’unità del molteplice, che supera gli opposti e il divenire. È l’athanor del sentimento il senso che trasmuta il lapideo silenzio in preziosi sorrisi, a legare la circolarità eternante del tempo, ad integrare il dolore e la perdita nella rinascita sapienziale.

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