​
GALLERIA DI OPERE IN POESIA E ARTE CONTEMPORANEA
con Critiche in Semiotica Estetica di Fulvia Minetti
Marta Esposito
Io chi è?
Cancellate il mio nome
che le mie disfatte
i miei dolori
e tutte le mie bugie
di cantata tristezza
o felicità
si cancellino
Sono in nome di nessuno
e così rivolte al niente
al mio riflesso di niente
Cancellate il mio nome
dentro non v’è nulla
non una scelta
non un amore
Chiamate il mio nome
correranno persone
ricche di storie…
Quelle che io ho
le ho rubate.
Io non è niente e niente
è di me.
Un contenitore vuoto, si riempie?
Chiamate il mio nome
non saprò rispondere
Chiamate il vostro
e saprò tutto.
Cancellate il mio nome
e da mille troni che ho incarnato
mi inchinerò agli abissi del Vuoto.
Critica in semiotica estetica della Poesia “Io chi è?” di Marta Esposito
Esortativa, la parola teatrale della Esposito cerca l’ironia che simula e dissimula, per una definizione dell’io.
È umana ammissione di un’identità segnica, riflessa, seconda, mascherata, che rinvia ad un volto oggettuale inconoscibile. Il nome è ruolo, coercizione esterna, cornice di un dover essere adattivo
ai desiderata sociali, processo alienante: il corpo in frammenti (corp morcelé) trova la sua sintesi in un alter ego. L’identificazione proiettiva è introiezione, per la certezza illusoria e artefatta di un io: una maschera immaginaria che tiene insieme i pezzi. Tuttavia, è breve il giubilo regale dell’immagine speculare e necessaria è la dialettica giullaresca e destituente con l’inconscio.