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Massimiliano Zanin

Periferia di un sogno

Raccolgo le idee nell'aria,

le scaldo con le mani al sole,

mi chiedo cosa ci sia tra di noi,

se non il riparo

e la fuga nel respiro.

Breve e violenta la verità

al tepore timido della luna

salirà come vittima serena

la luce distante del sole,

illuminando il folle teatro

dei pensieri

inviterà un giorno qualunque

a vestirsi da sera,

a dissetarsi di sogni

ubriacando i rimorsi di coscienza,

donandoci con indulgenza

la possibilità di dormire assieme

con lei in un abbraccio,

e i rimorsi posti

tra le espressioni

quasi assenti del riposo.

Critica in semiotica estetica della Poesia “Periferia di un sogno” di Massimiliano Zanin

 

Crepuscolare, la parola del Zanin invita al luogo affrancato fra il sonno e la veglia, alla rêverie del riposo, che lenisce il morso della coscienza e insieme solleva dall’assenza dell’inconscio, nel chiaroscuro che sfuma di sé all’emozione ebbra e duale della sintonia, nel riparo fra poiesis ed ekstasis, che nella sintesi condona l’umano dolore della mancanza a essere.  

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